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the.smart.
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Grande spiegazione e Ottima discussione.....
Complimenti
Nunzio. -
Pintailed Nonpareil.
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Grazie mille. Anticipo fin d'ora chiunque si chieda perchè non si parli del Diamante Mandarino, specie che ben sopporta il freddo, molto adattabile e prolifica e inoltre così diffusa, che la detenzione e l'allevamento di questa specie è cosa abbastanza recente se paragonata a quella dell'astrilde comune, del bengalino e dell'usignolo del Giappone che sono stati i primi esotici importati. Ci vuole tempo, esattamente lo stesso o più che per selezionare ceppi che si riproducano facilmente in gabbia! . -
Dario1978.
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Bellissima spiegazione. E' stato molto piacevole leggere questo tuo intervento iniziale.
Però, secondo me, ci sono dei dati da rivedere.CITAZIONE1) PARROCCHETTO DAL COLLARE (Psitacula Krameri)
In Italia il Parrocchetto dal collare è presente con una popolazione complessiva
stimata in circa 200-300 individui........ A Roma di recente è stata
segnalata la presenza di una cinquantina di individui e ne è stata accertata la
nidificazione (Raia com. pers.).
Questo haimè non è corretto. Qui a Roma con questi Pappagalli ci troviamo sicuramente alla fase 3 avanzata, e il numero attuale dei soggetti presenti in città non è una cinquantina...ma per quello che ho potuto notare direi che siamo più vicini ai numeri menzionati per la popolazione complessiva nazionale (se non addirittura oltre).
Sono presenti sicuramente e in buon numero in:
- Villa Pamphili (al tramonto un giorno ne ho visti un centinaio abbondante concentrati su un paio di grossi "alberi dormitorio"). Basta farsi due passi nella zona del lago dove stanno le Nutrie per rendersene conto....e già il riferimento che ho dato per il lago la dice lunga su un altra invasione che stiamo subendo.
- Villa Borghese (soprattutto zona Zoo, dove entrano ed escono liberamente dalle gabbie per approfittare del cibo dato agli altri animali)
- Centro Storico (dove passano in stormi di una quindicina di soggetti alla volta, velocissimi ed urlanti)
- Parco Dell'Appia Antica (come dicevo nell'altro post, ho personalmente notato qualche nido locato in buchi degli alberi)CITAZIONE2) PARROCCHETTO MONACO (Myiopsitta Monachus)
In Italia si stima una consistenza di oltre 200 individui presenti....
Anche qui come sopra, ma meno prepotentemente. Diciamo che ci troviamo ai primi passi della fase 3, ma comunque se in tutta Italia ce ne sono 200....vuol dire che li abbiamo solo qui a Roma. Un Tempo localizzati esclusivamente all'interno del Parco Della Caffarella si stanno facendo strada anche loro in altre zone di Roma anche molto distanti dal parco in questione, come ad esempio Roma Nord.
Chi mi conosce da un pò sà che ogni tanto tiro fuori il discorso di questi due Parrocchetti, perchè francamente la cosa mi preoccupa già da tempo. Non ne parliamo adesso poi che le popolazioni sono in forte aumento.
Insomma se fino a qualche anno fà io avessi chiesto a qualcuno "Hai visto i pappagalli?"
questo mi avrebbe risposto "Ma dove?", perchè mi rendo conto che ci voleva un pò di passione per l'ornitologia per rendersi conto che lo stormetto di uccelli che passava in cielo non era "normale".
Oggi quando faccio quella stessa domanda...la risposta che mi viene data è :"Si li ho visti che belli!" o quantomeno "Si ho sentito dire che ce ne sono tanti".
Insomma...ad oggi qualsiasi abitante se ne può rendere conto passeggiando nelle ville cittadine, non solo i fissati come me.. -
Pintailed Nonpareil.
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I dati numerici sono del 2001. Sono passati 7 anni. Purtroppo non ne ho trovati di più recenti. Sicuramente quindi hai ragione tu che vedi direttamente la fase 3 di esplosione demografica, ormai in alcune zone vera e propria invasione. stasera posto il cosiddetto IMPATTO di ogni singola specie . -
romango.
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Ciao,
i tropici sono arrivati anche a Firenze e dintorni. Osservo da almeno tre anni, con mia immensa soddisfazione, due coppie di Psittacula che abitano un enorme platano nel Parco delle cascine (in linea d'aria a 2km. dal Duomo) .Non saprei dire se ci nidificano anche (il platano è alto più di 30m....). Altri amici mi dicono di averne visto in volo uno stormo di una ventina di individui. La settimana scorsa, tre adulti sono passati schiamazzando sopra il terrazzo di casa mia a Scandicci. Penso che abitino su grandi alberi al sicuro nei parchi pubblici o privati, e che, durante il giorno, se ne vanno a foraggiare in giro per la città in un raggio di una decina di chilometri. In volo sono inconfondibili per la lunga coda e perché strillano incessantemente. Per le Acridotheres ho tenuto alcuni esemplari liberi nel mio terreno di campagna. Sono molto attaccati al territorio e non si allontanano mai (mi ricordano molto le taccole) , convivono bene coi piccioni e non mangiano uova. Di sera rientrano puntualissime a dormire nella loro gabbia . Lo stesso fanno i Monaci. Le tre coppie che ho da parecchi anni sono tutte fuggite almeno una volta dalle voliere: svolazzano in giro per tutta la giornata, ma al tramonto pretendono sempre di rientrare nel nido. I due monaci blu se ne sono stati in giro per un bel pò , facendomi stare in ansia, ma ora che hanno un piccolo li tengo chiusi a chiave. Ho amici che hanno allevato in libertà sia diamanti mandarini che le tortore diamantine.
romango. -
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Vorrei invitare tutti a visitare ogni tanto il sito del Ministero dell'Ambiente. Vi si trovano tante pubblicazioni e notizie che possono essere utili e interessanti per chi come noi ha a cuore "la conservazione della natura".
http://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=715
Vi si trova anche una pubblicazione di qualche anno fa sui mammiferi e gli uccelli esotici che stanno "invadendo" l'Italia. È il Quaderno n°2. Penso che se avete voglia di leggere un pò vi farà capire che anche l'animale più piccolo, in un ecosistema non suo, può far danni!. -
salvodm.
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Anche a Palermo la popolazione di parrocchetti dal collare è diventata enorme!!!
Abitano le grandi ville comunali come Villa Malfitano, Villa Giulia o l'Orto Botanico. Oltre a schiamazzare continuamente e rilasciare le loro feci su di noi mentre studiamo all'ombra degli alberi dell'orto hanno occupato anche le nicchie ecologiche di uccelli come picchi, upupe, assioli e molte altre specie che nidificano in fori degli alberi. -
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Qualcuno sa qualcosa di colonie in libertà di pappagallini ondulati e, soprattutto, di canarini?? (considerando che il canarino è un uccello che è STATO IMPORTATO da moltissimi anni, SICURamente molto prima della stragrande maggioranza degli ucceli che vivono nelle nostre gabbie) . -
Dario1978.
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Che io sappia i canarini dovrebbero esserci sull'isola d'Elba...non scappati dalle gabbie però. Un libro sugli uccelli che ho dice che nel 1800 (e qualcosa) una nave di importatori spagnoli di canarini, che proveniva dalle canarie, fece naufragio proprio sulle coste dell'Elba, dove fuggirono quasi tutti i canarini che stavano trasportando, moltissimi dei quali poi si adattarono. Nel caso ci fossero ancora quindi, si tratterebbe si soggetti dalla livrea totalmente ancestrale.
Quindi così:
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Pintailed Nonpareil.
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Nella presentazione della problematica, ho dimenticato di citare un'altro fattore di grande importanza. L'IMPATTO ECOLOGICO.Una specie è invasiva non soltanto quando si espande numericamente in modo molto rapido, ma quando compete con successo con le specie autoctone (fino a farle scomparire del tutto) e modifica l'ambiente naturale in modo negativo.
Prendiamo due esempi:
1) IL BENGALINO COMUNE (amandava amandava): specie erratica, colonizza rapidamente nuove aree, ed infatti numericamente, tra quelle citate, è probabilmente quella più diffusa ed in veloce crescita. IL Bengalino inoltre resiste benissimo al freddo, è opportunista alimentare, ed ha, caso unico fra gli astrildidi, una livrea eclissale nel maschio che va a sostituire il vistoso abitino color fragola alla fine della stagione degli amorei (corrispondente al nostro autunno), rendendo anche il "sesso forte" poco visibile per buona parte dell'anno. E' quindi un invasore ideale. Questo uccellino, quasi scomparso dagli allevamenti in quanto mai selezionato opportunamente per il miglioramento del suo standard riproduttivo (paragonabile a quello del Becco di Corallo, Falchi3 comprende cosa sto dicendo!), fu importato in Italia in gran numero già negli anni '60. Molti importatori, letteralmente soverchiati dal numero eccessivo dei piccoli schiavi indiani, aprivano i gabbioni e liberavano interi stormi. Oggi le conseguenze sono che il Bengalino è dappertutto in Italia, ma ha UNO SCARSO IMPATTO ECOLOGICO perchè non sembra competere molto con le specie autoctone.
IL PARROCCHETTO DAL COLLARE (psittacula krameri) al contrario invece ha UN FORTE IMPATTO ECOLOGICO, in quanto è anch'esso opportunista e compete efficacemente con l'avifauna locale, distrugge i rami degli alberi, è in grado di divorare grandi quantità di bacche, anche le più resistenti.
Per concludere l'INVASIVITA' di una specie è data da 2 fattori: l'ADATTABILITA' e IL LIVELLO DI IMPATTO ECOLOGICO.
Ed ora, per finire, cito il caso della specie alloctona più invasiva di tutte, talmente invasiva, da non essere nemmeno considerata specie allocotona... MA LO E'! La Tortora dal Collare (Streptopelia Roseigrisea) asiatica in parte è invasore naturale, in parte è stata favorita da continui rilasci. Questa specie ha in gran parte rimpiazzato la Tortora Comune (Streptopelia Turtur) che è la vera tortora europea, autoctona.
Tortora dal Collare
Tortora Comune
Ciao!!
Veniamo al caso Canarini/Pappagallini Ondulati/Diamanti Mandarino. Il caso dei Canarini all'Elba è vero. Si tratta però di Canarini ancestrali, oltretutto nati in libertà e tornati alla vita libera. Questo è anche il motivo per cui queste comunissime specie da gabbia non "sfondano". L'adattamento alla vita captiva seleziona ceppi ideali per la riproduzione in gabbia. Però le loro qualità in gabbia sono spesso difetti in libertà. Eccesso di confidenza, incapacità di selezionare il posto adatto per le riproduzione..... Inoltre queste popolazioni non hanno MAI VISSUTO LIBERE. Non sono capaci cioè di procurarsi il cibo autonomamente. Diverso è il caso per gli uccelli di cattura che, se liberati, riescono talvolta, se l'ambiente non è troppo ostile per loro, a cavarsela.
Nei primi anni di importazione deregolata degli uccelli a scopo ornamentale, molti importatori liberavano intere partite invendute. Uccelli catturati anche da poco ritrovavano la libertà. Alcuni ce l'hanno fatta e sono ancora tra noi.
Questa cosa magari rende felici noi ornitofili, ma credetemi e causa di potenziale squilibrio, anche molto pericoloso!. -
jimmycar.
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Veramente ottima discussione e preziosissime informazioni. Aggiungo che alcuni amici mi hanno informato della presenza di numerosi esemplari di parrocchetto monaco anche in Versilia, più precisamente a Forte dei Marmi, ove si possono notare nei parchi cittadini.
Non ho ancora avuto esperienza diretta dei bengalini del Massaciuccoli, a terrò gli occhi aperti.
Pe quanto riguarda le specie alloctone che si sono ambientate da noi (probabilmente senza fare troppi danni all'ecosistema) vorrei ricordare anche il fagiano comune (Phasianus Colchicus), che sebbene presente in tutta europa ha origini mediorientali.
Jimmy. -
.CITAZIONEPe quanto riguarda le specie alloctone che si sono ambientate da noi (probabilmente senza fare troppi danni all'ecosistema) vorrei ricordare anche il fagiano comune (Phasianus Colchicus),
Forse perché è stato importato così tanto tempo fa (dagli antichi Romani) che ormai i danni sono stati ammortizzati!. -
jimmycar.
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Vedi, io credo che quando i qualche modo il sistema ambientale viene modificato artificialmente i danni sono permanenti.
Ovvio che con il passare degli anni e dei secoli la natura ritrovi un suo equilibrio.
Per quanto attiene al fagiano, è probabile che gli eventuali danni non sono più apprezzabili ai giorni nostri ma, al tempo dei tempi, quali effetti abbia avuto la sua introduzione nelle nostre zone non possiamo saperlo.
Le acque interne italiane sono un palese esempio di introduzione di fauna alloctona che compete (molto spesso con successo) con le specie autoctone: lasciando perdere la carpa, anche quella introdotta in tempi antichissimi, ormai si incontrano comunemente persici sole (grandi distruttori di uova), breme, gardons, amur, persici trota (che tendono a soppiantare il luccio), lucioperche (idem c.s.), pesci gatto di ogni nazionalità e siluri (che predano tutto), per non parlare dei gamberi della florida (infestante come non mai), ecc. ecc.
Probabilmente anche i ns bis-bis-nipoti troveranno normale la presenza di molti degli animali di cui stiamo discutendo.
Peccato!. -
Pintailed Nonpareil.
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Il Quaderno 2 del sito del Ministero dell'ambiente cita altre due specie di Invasori esotici:
Astrilde Becco di Corallo (Estrilda Troglodytes)
Le segnalazioni per l’Italia, tutte riferite alla Toscana, sono state attribuite
ad individui direttamente sfuggiti alla cattività (Brichetti 1999). In realtà gli
unici dati noti consistono in una cattura durante operazioni di inanellamento
effettuata nei canneti sulla riva pisana del Lago di Massaciuccoli il 29/8/1994
(Grattarola 1995) e nell’osservazione qualche giorno dopo di una coppia in
atteggiamento riproduttivo. In precedenza, un soggetto era stato catturato
nella stessa area già il 10/9/1992 e in origine attribuito dubitativamente a
Estrilda astrild (Tellini Florenzano com. pers.). È possibile che, qualora localmente
esista un nucleo di Estrildidi in fase di acclimatazione, anche quest’ultima
segnalazione sia in realtà da riferire a Estrilda troglodytes.
Il fatto che le diverse specie di Estrildidi non siano molto facilmente distinguibili
tra loro, soprattutto se viste a distanza, e che molte siano quelle detenute
dagli avicoltori, suggerisce l’opportunità di esaminare con particolare attenzione
le caratteristiche dei soggetti che in futuro venissero osservati in natura.
2) Becco a Cono (Paradoxornis cfr. alphonsianus)
In Italia il Becco a cono è presente in Lombardia all’interno della Riserva
Naturale della Palude Brabbia (Varese) con una piccola popolazione originata
nel 1995 da individui ritenuti sfuggiti a un commerciante locale di uccelli. In
base ai dati attualmente disponibili sembra che tale popolazione sia passata in
pochi anni da una ventina ad un centinaio di individui, mostrando segni di
espansione dell’areale occupato (Boto et al. 1999, Boto com. pers.). Un soggetto
appartenente a questa specie o ad una congenere è stato catturato e fotografato
in Val Campotto (Ferrara) nell’agosto del 1994 (Micheloni com. pers.).
Fra l'altro mi è venuto in mente che, trattandosi di Paradossornitide (Famiglia per lo più Asiatica di Passeriformi) vi è anche un rappresentante autctono (l'unico europeo) in Italia:
Il Basettino (Panurus Biarmicus)
con cui potrebbe entrare potenzialmente in competizione trofica (Alto Impatto Ecologico per questa specie autocona).